Nell’ambito del progetto di residenze artistiche dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, L’arte che verrà, l’artista residente di questa edizione sarà Chiara Lecca, dal 20 al 26 febbraio.
Chiara Lecca nasce nel 1977 a Modigliana (FC), dove vive e lavora. Cresce in libertà a stretto contatto con la natura e con il mondo animale nei terreni dell’azienda agricola di famiglia. Di quegli anni, caratterizzati da forti emozioni e scoperte, conserva preziosi ricordi che contrassegnano in larga parte il suo lavoro artistico. Nel 2005 si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha esposto le sue opere in vari musei e gallerie private in Italia ed Europa, tra cui Palazzo Reale di Milano (2016), Museum Schloss Moyland, Germania (2016), Castle Gaasbeek, Belgio (2016), Museo Poldi Pezzoli e Gallerie d’Italia, Milano (2013), Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza (2012), Spazio Thetis, Venezia (2011), Kunst Meran/o Arte (2009), PROG Zentru fur Kulturproduktion, Berna (2008).
Sue personali sono state presentate presso le Collezioni Comunali d’Arte_Palazzo d’Accursio, Bologna (2017), la Fondazione Ghisla Art Collection in Svizzera (2016), il Naturkundemuseum Ottoneum di Kassel (2015) e il MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna (2010).
Nel 2016 è stata selezionata tra i finalisti del XVII Premio Cairo.
Dal 2008 Chiara Lecca collabora con Galleria Fumagalli, Milano.
Nel mio lavoro l’animale diviene complice dell’operazione di spiazzamento della realtà gestita, ordinata e controllata dall’uomo. Esso è il tramite per far riaffiorare la nostra natura selvatica.
Sono interessata ad analizzare i meccanismi che ci spingono a suddividere l’animale in categorie – animali da affezione, da cortile, da lavoro, da mangiare, da abbigliamento, da arredamento – e non considerarlo nella sua interezza e complessità. Spesso chiamo in causa l’idea che la nostra cultura ha associato ad una determinata specie, unita ai gesti che più ci legano alla sfera animale come quelli relativi al cibo, all’abbigliamento o alla sessualità.
Ne risultano così installazioni dedite a far riaffiorare la parte irrazionale di ognuno, dove gli opposti ‘finto’/’vero’, ‘organico’/’inorganico’ convivono in un piccolo teatro tragicomico, proponendo diverse facce del quotidiano tramite un linguaggio inaspettato, fuori dalla norma.
La gioia grottesca affiora in quella dimensione pagana della natura in cui i personaggi sono immersi. Chiara Lecca
Maggiori informazioni: http://www.chiaralecca.com/